Nel 1930 S. Angelo è in fermento per l’inizio dei lavori di un’opera che collegherà la Grotta di San Michele al Campanile, alta torre in pietra sulla cui sommità è posto il quadrante di un orologio che scandisce inesorabile lo scorrere del tempo attraverso i rintocchi delle campane presenti nella camera sottostante, su una delle quali verrà poi incisa la data di completamento della struttura (1924).
Si lavora con la convinzione di stare realizzando un’opera anch’essa monumentale, oltre che necessaria, ma non si poteva di certo ancora immaginare di stare partecipando alla creazione di qualcosa di più, che sarebbe andato oltre, di qualcosa che avrebbe contraddistinto per sempre Sant’Angelo in Grotte. Scavata in buona parte nella roccia viva e composta da 148 scalini (inizialmente in pietra ma successivamente sostituiti da elementi in cemento) con due rampe laterali alla Grotta che vanno a congiungersi con una terza rampa centrale che si inerpica sino al monumentale campanile, la scalinata è incastonata nel verde in uno sperone roccioso, in perfetta armonia con la Grotta sottostante.
Nel 1932 la grandiosa scalinata è portata a termine, non resta che darle un nome appropriato. A questo pensano bene i devoti di San Michele Arcangelo, che la denominano “Scala Santa”, perché ben presto diventerà irrinunciabile per ogni pellegrino che si recherà alla Grotta di San Michele, salire la scalinata fino in cima pregando con l’invocazione: “Scala Santa, Scala Santa, Angelo Santo. Padre, Figlio e Spirito Santo. Gradino dopo gradino arriverai in cima, Lassù in Paradiso...”