Il Volo dell'Arcangelo Michele, tra leggenda e realtà


​​​​​​​“E ci fu una battaglia in cielo:
Michele e i suoi angeli combatterono contro il Drago.
Il Drago e i suoi angeli combatterono, ma non prevalsero
e non ci fu più posto per loro nel cielo.
Il grande Drago, il Serpente antico,
colui che è chiamato Diavolo e Satana,
il seduttore di tutto il Mondo, fu precipitato sulla terra
e con lui furono precipitati anche i suoi Angeli“

(Giovanni, Libro dell’Apocalisse 12, 7-9)





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San Michele inseguì il Diavolo sulla Terra e continuò a combatterlo anche su queste alture.

Riuscì infine a sconfiggerlo e a scacciarlo, proprio dal punto ove sorge l’odierna Grotta, lungo uno stretto passaggio nella roccia che attraversa tutta la montagna fino ad un pauroso strapiombo da cui fu poi lanciato nel vuoto.


​​​​​​​Si dice che l’Arcangelo Michele si innamorò a tal punto del luogo che volle divenisse la sua dimora. Ma Dio aveva altri progetti per lui, un’altra destinazione: Monte S. Angelo sul Gargano.
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Il Principe degli Arcangeli, attraverso il medesimo tunnel nella montagna, camminando con leggerezza, quasi trascinando le ali, arrivò all’apertura sul precipizio, orientato perfettamente in direzione del Gargano, e da qui se ne andò via volando verso il luogo a lui vocato, dove gli sarebbe stato eretto un grandioso santuario, proprio Monte Sant’Angelo del Gargano.
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Ma San Michele a ricordo perenne del suo innamoramento per Sant’Angelo in Grotte volle lasciarvi un segno. Così come avrebbe desiderato, la statua che lo raffigura, con la corazza d’oro e l’alone di luce che si riflette sulle ali e sulla sua figura celeste e con la sua spada invincibile, nell’atteggiamento del militare e del guerriero vittorioso che calpesta l’avversario in forma di mostro ripugnante, non lascia mai la sua amata dimora e non varca più la soglia di uscita della Grotta
​​​​​​​Secondo un’altra antica leggenda locale, volendo i fedeli portare la statua in processione, in un giorno di sole e di luce, appena questa varcò la porta d’ingresso che immette all’esterno della Grotta, il cielo si rabbuiò improvvisamente, procurando un violento temporale che costrinse i fedeli e i pellegrini a rientrare per ricollocarla al suo posto. Subito cessò il temporale e riapparve il sole. Ancora oggi, nell’atmosfera raccolta e misteriosa della Grotta, ci piace immaginare che di tanto in tanto, di nascosto e in silenzio, San Michele rinnovi la sua presenza qui.



Ma come si sa, ogni Leggenda ha poi un fondo di verità…

Dalla parete rocciosa su cui è stata in seguito edificata la Grotta di Sant’Angelo in Grotte, lì dove sono presenti antiche e caratteristiche piante di Leccio, albero prediletto da Gesù dotato di rilevante valore sacro e simbolico, in basso è presente la sorgente di acqua che sgorga dalle rocce, a poca distanza dalla quale è facilmente visibile la “bocca” di ingresso dello stretto cunicolo sotterraneo.



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​​​​​​​Tra storia e leggenda, sulla via del Volo dell'Arcangelo Michele, andiamo alla ricerca dell’orifizio di uscita del cunicolo, percorrendo l’antica via del pellegrinaggio che, nel corso dei secoli e fino agli anni Cinquanta partiva da Sant’Angelo in Grotte e terminava a Monte Sant’Angelo al Gargano.
Ed è proprio lì dove la nostra immaginazione l’ha sempre collocato, sullo strapiombo della Montagna, che alcune piante di Leccio ci dicono che siamo sulla strada giusta.


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Dal fronte opposto della Montagna di Sant’Angelo in Grotte, laddove la leggenda ci narra ancora della presenza di una pietra con incisa l’orma del calzale dell’Arcangelo, qui atterrato dopo l’uscita in volo dal cunicolo, il suo primo passo all’esterno del Mondo dopo l’uscita in volo dalla galleria (in tale punto era stata posta realmente una pietra con incisa l’impronta e con una incisione in latino ove i pellegrini, lasciando Sant’Angelo in Grotte in direzione di Sant’Elena Sannita, primo punto di riposo del lungo percorso fino al Gargano, si raccoglievano in preghiera per il rito della perdonanza) arriviamo fino all’imbocco del fosso, su un pianoro posto di fronte alla parete e alle piante di leccio.
Nascosto agli occhi dei più, dietro il più imponente ed antico di questi alberi, finalmente, da questo particolare punto, riusciamo a scorgerlo.
​​​​​​Adesso sappiamo che è lì, proprio come l’antica Leggenda da Secoli e Secoli ci ha raccontato…
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